Pagamento corretto delle imposte: il tuo portafoglio digitale nella dichiarazione dei redditi

2 min Tempo di lettura
11. marzo 2024

A fine marzo si avvicina nuovamente il termine per presentare la dichiarazione dei redditi. Hai investito in beni digitali come criptovalute o token non fungibili (NFT)? In questo caso, ci sono alcune cose da tenere a mente per evitare spiacevoli sorprese.

Strettamente parlando, non menzionare le criptovalute nella tua dichiarazione dei redditi è considerata una «evasione fiscale». Tutte le persone che hanno investito in bitcoin, ethereum e altre criptovalute devono dichiarare il loro valore come patrimonio nell’elenco dei titoli di credito della dichiarazione dei redditi, alla voce «Altri redditi». Il valore imponibile corrisponde al tasso di cambio al 31 dicembre dell’anno fiscale.

Devo pagare le imposte su un guadagno di valore della valuta bitcoin?

No, non bisogna pagare le imposte sugli utili di cambio ottenuti tramite investimenti privati. Questi sono esenti da imposte analogamente ai profitti derivanti dai corsi azionari. Tuttavia, questo non si applica nel caso di operatori professionali che muovono grandi quantità di capitale preso in prestito: i guadagni derivanti dall’aumento dei corsi dei cambi vanno dichiarati come reddito.

 

Nel commercio sulle piattaforme online, ci sono commissioni per ogni transazione: si tratta di costi insiti nel commercio e che non possono essere detratti. La situazione è diversa nel caso di eventuali diritti di deposito: qui i costi per custodire le criptovalute possono essere detratti.

 

Iscrivetevi alla ePost easyLife Academy per essere sempre aggiornati.

Estrazione di valuta e imposte

La cosiddetta «estrazione di criptovaluta» può essere soggetta a imposta. Se si genera un reddito attraverso l’estrazione di criptovaluta, questo rientra nell’attività lucrativa autonoma; ciò significa che devi pagare l’imposta sul reddito corrispondente. È importante rispettare tutti gli obblighi fiscali relativi all’estrazione e, se necessario, richiedere la consulenza da parte di un esperto.

 

Tassazione dei token non fungibili (NFT)

Forse hai già sentito parlare dei cosiddetti token non fungibili (NFT): rappresentano beni digitali unici, come l’arte digitale, la musica o persino un Paese digitale in mondi virtuali. In che modo sono soggetti a imposta? Dal momento che gli NFT sono considerati beni privati mobili, sono esenti da imposte finché li si detiene privatamente. Ma attenzione: se entro un anno dall’acquisto li rivendi ricavandone un profitto, quest’operazione può essere considera un reddito speculativo ed è quindi soggetto a imposta.

 

In linea di principio, vale quanto segue:


  • Le plusvalenze da investimenti privati (ad es. Bitcoin, Ethereum) sono esenti da imposte, come le plusvalenze da azioni.
  • Il reddito da mining è considerato come reddito da lavoro autonomo ed è tassabile.
  • Il reddito da trading professionale (se si opera regolarmente e con importi elevati) deve essere tassato come reddito.

È importante dichiarare correttamente tutti i redditi nella dichiarazione dei redditi per evitare spiacevoli sorprese. In caso di ulteriori domande, si consiglia di consultare un consulente fiscale esperto in criptovalute.

 

customer-doubt-4-customer-support-call-center-question-newcomer-training-speech-bubble-female 4

Consigli per la tassazione delle criptovalute

  • Il valore imponibile delle criptovalute corrisponde al prezzo di chiusura al 31
  • L’estrazione di criptovaluta può essere soggetta a imposta.
  • Gli NFT possono essere soggetti a imposta come reddito speculativo.
  • Non dimenticare di indicare le entrate provenienti dall’estrazione e dalla vendita di NFT nella tua dichiarazione dei redditi.

Nessun commento al momento

Facci sapere cosa pensi